“Gli elementi essenziali della devozione al Cuore di Cristo appartengono in modo permanente alla spiritualità della Chiesa, lungo tutta la sua storia. Perché fin dall’inizio, la Chiesa alzò il suo sguardo al Cuore di Cristo trafitto sulla croce…”
San Giovanni Paolo II, Messaggio ai Gesuiti, 5 ottobre 1986
Gesù trafitto dalla lancia del soldato, dal cui costato escono sangue ed acqua, è l’icona del Sacro Cuore, segno tangibile dell’amore di Dio per l’uomo.
Papa Francesco, nell’ omelia della Messa a Casa Santa Marta del 23 giugno 2017, parlando del mistero del Cuore di Cristo, spiegò che “non è – come qualcuno dice – una “immaginetta” per i devoti: il cuore trafitto di Cristo è il cuore della rivelazione, il cuore della nostra fede perché Lui si è fatto piccolo, ha scelto questa via. Quella di umiliare se stesso e annientarsi “fino alla morte” sulla Croce.”
Cosa significa per noi tutto questo, come possiamo vivere questo mese in cui la Chiesa ci offre come modello il Sacro Cuore di Gesù, come possiamo renderlo attuale nella nostra vita?
La risposta più bella ce la offrono le parole chiare, limpide, forti, che San Giovanni Paolo II scrisse nel messaggio ai Gesuiti del 5 Ottobre 1986:
“Dal Cuore di Cristo, il cuore dell’uomo impara a conoscere il senso vero e unico della sua vita, a comprendere il valore di una vita autenticamente cristiana, a unire l’amore filiale per Dio all’ amore per il prossimo: così – ed è questa la vera riparazione richiesta dal Cuore del Salvatore – sulle rovine accumulate dall’ odio e dalla violenza potrà essere costruita la civiltà dell’amore tanto desiderata, il Regno del Cuore di Cristo!”.
Vivere in modo più consapevole e radicale il comandamento dell’amore, far nostri i sentimenti di Gesù di bontà, mitezza, compassione, misericordia, solidarietà, essere costruttori di pace, questa è la risposta che siamo invitati a dare perché questo tempo possa portare frutti nella nostra vita e per tutta la Chiesa!